Alimenti bolliti e fermentazione
Considerata dietetica, leggera e digeribile la bollitura degli alimenti è una delle tecniche più utilizzate soprattutto in regimi dietetici particolari.
Elimina il rischio di tossinfezione, quindi particolarmente indicata nei bambini e anziani, utilizzata in sofferenti di malattie renali per ridurre il contenuto di sali minerali. Indicata a chi soffre di stipsi in quanto consente di aumentare l’apporto di fibre con effetto-massa.
Ma qual è l’altra faccia della bollitura?
Essa aumenta la fermentazione intestinale.
Per chi soffre di gonfiori, digestione lenta e pigrizia intestinale consumare verdura lessa, non necessariamente migliora i sintomi. Anzi gli ortaggi bolliti sono imbevuti di acqua il che li rende meno digeribili.
Inoltre non stimolano la funzione epato-biliare e hanno un carico glicemico più alto di quelli crudi.
Fagioli e piselli secchi, lenticchie, cipolle, cavoli, soia, broccoli, cetrioli, ravanelli, cavolfiori, ma anche mele, prugne, banane, castagne, funghi, patate uva secca, per esempio, sono tra i vegetali che favoriscono maggiormente la produzione di gas intestinali.
Infiammano il colon ed aumentano la fermentazione, come il latte vaccino, lo yogurt, i legumi, i carciofi, gli asparagi, i funghi, le mele, le pesche, le albicocche, le ciliegie, l’anguria, i pistacchi, la birra.
Il meteorismo legato al consumo di leguminose e di altri ortaggi spesso è dovuto al fatto che il nostro intestino si è abituato ad alimenti molto raffinati e si è disabituato alla fibra. Di fronte a cibi ricchi di fibre reagisce in modo anomalo, fermentando, gonfiando la pancia di aria e rallentando la digestione.